Coperte di sopravvivenza, intervento artistico sperimentale, 2023, Napoli.

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Coperte di sopravvivenza è un intervento artistico che si sviluppa installando delle coperte isotermiche in luoghi comuni partendo dalla città di Napoli. Il progetto si ispira ai panni stesi che caratterizzano la metropoli napoletana. È un lavoro sperimentale, il suo concept si forma dall’esperienza dell’intervento stesso, l’agire su un luogo come Forcella dà il modo di relazionarsi con contesti sociali diversi dai propri. La coperta isotermica viene usata in caso di emergenza e di sopravvivenza, una volta stesa su un filo, i raggi del sole si scontrano violentemente su di essa creando un effetto di luce accesa, come fosse una lampadina, danno visibilità alle piccole realtà napoletane spesso dimenticate.
Osservando i vari luoghi napoletani si nota che i panni stesi NON sono una caratteristica di tutta la città, non per la Napoli Bene, ma è una particolarità che accomuna i vari quartieri della città: quelli con una pianta urbanistica irregolare, con vicoli strettissimi ma comunque abitati, con palazzi altissimi e stratificati perchè cresciuti in altezza con il corso degli anni.
I panni stesi sono una modalità di sopravvivenza, chi ricorre a quest’azione è perchè, alcuni di loro, sono un nucleo familiare che vivono in appartamenti di pochi metri quadri con piccoli balconi a disposizione, posizionare un semplice stendino sarebbe difficile e dunque si passa alla soluzione montando una corda che unisce i palazzi che si fronteggiano, in qualche modo si uniscono. Il napoletano ricorre spesso alla sopravvivenza e i panni stesi ne sono la dimostrazione.
“Mi sono ritrovata ad installare una coperta sulla corda per i panni di una signora di Forcella chiamata la romana, nello specifico mi trovavo nel Vico Nuovo Pace, la donna, in modo sereno, mi ha fatta entrare in casa sua. Quel vicoletto è spesso soprannominato il “vicolo delle prostitute” costituito da Vasci lungo tutta la strada. Con questo progetto ho avuto l’occasione di vedere in prima persona com’è fatto il tipico Vascio napoletano venendo a conoscenza anche della situazione socio economica nel quale la Romana e il compagno vivono. Mi sono confrontata con una realtà che non mi appartiene ovvero con la vita degli altri ed è proprio da queste esperienze di dialogo e confronto che viene fuori il senso del mio lavoro.”
È un progetto ancora in work in progress in collaborazione con l’artista Selene Cardia, aperto a tutti, con l’intenzione di espandersi anche in altri luoghi, non solo a Napoli.
Chiunque fosse interessato a collaborare è libero di farlo inviandomi un e-mail.
Link video: https://youtu.be/t9CZVRqPxZ0




Irene Macalli
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