//Coperte di sopravvivenza//

Coperte di sopravvivenza è un intervento artistico che si sviluppa installando delle coperte isotermiche in luoghi comuni partendo dalla città di Napoli. Il progetto si ispira ai panni stesi che caratterizzano la metropoli napoletana. È un lavoro sperimentale, il suo concept si forma dall’esperienza dell’intervento stesso, l’agire su un luogo come Forcella dà il modo di relazionarsi con contesti sociali diversi dai propri. La coperta isotermica viene usata in caso di emergenza e di sopravvivenza, una volta stesa su un filo, i raggi del sole si scontrano violentemente su di essa creando un effetto di luce accesa, come fosse una lampadina, danno visibilità alle piccole realtà napoletane spesso dimenticate. Osservando i vari luoghi napoletani si nota che i panni stesi NON sono una caratteristica di tutta la città, non per la Napoli Bene, ma è una particolarità che accomuna i vari quartieri della città: quelli con una pianta urbanistica irregolare, con vicoli strettissimi ma comunque abitati, con palazzi altissimi e stratificati perchè cresciuti in altezza con il corso degli anni. I panni stesi sono una modalità di sopravvivenza, chi ricorre a quest’azione è perchè, alcuni di loro, sono un nucleo familiare che vivono in appartamenti di pochi metri quadri con piccoli balconi a disposizione, posizionare un semplice stendino sarebbe difficile e dunque si passa alla soluzione montando una corda che unisce i palazzi che si fronteggiano, in qualche modo si uniscono. Il napoletano ricorre spesso alla sopravvivenza e i panni stesi ne sono la dimostrazione.

“Mi sono ritrovata ad installare una coperta sulla corda per i panni di una signora di Forcella chiamata la romana, nello specifico mi trovavo nel Vico Nuovo Pace, la donna, in modo sereno, mi ha fatta entrare in casa sua. Quel vicoletto è spesso soprannominato il “vicolo delle prostitute” costituito da Vasci lungo tutta la strada. Con questo progetto ho avuto l’occasione di vedere in prima persona com’è fatto il tipico Vascio napoletano venendo a conoscenza anche della situazione socio economica nel quale la Romana e il compagno vivono. Mi sono confrontata con una realtà che non mi appartiene ovvero con la vita degli altri ed è proprio da queste esperienze di dialogo e confronto che viene fuori il senso del mio lavoro.”

È un progetto ancora in work in progress in collaborazione con l’artista Selene Cardia, aperto a tutti, con l’intenzione di espandersi anche in altri luoghi, non solo a Napoli. 

Chiunque fosse interessato a collaborare è libero di farlo inviandomi un e-mail. 

Link video: https://youtu.be/t9CZVRqPxZ0

ENG

Survival Blankets is an art project that takes shape by installing thermal blankets in public places, starting in the city of Naples.
The project is inspired by the hanging laundry that is so typical in many parts of the Neapolitan metropolis. It is an experimental work, and its concept develops through the experience of each installation. Acting in a place like Forcella allows us to connect with social environments that are different from our own. The thermal blanket is normally used in emergency or survival situations. Once hung on a clothesline, it reflects the sunlight so strongly that it creates a glowing effect, almost like a light bulb. In this way, it gives visibility to small and often forgotten parts of Naples. By observing different areas of the city, we notice that hanging laundry is not a feature of the whole of Naples. It’s not part of the so-called “Napoli Bene” (the wealthier areas), but it is a characteristic shared by many neighborhoods – those with irregular urban planning, very narrow streets, but still full of life. These areas often have tall, layered buildings that have grown in height over time. Hanging laundry is a way of surviving. Many families live in very small apartments, with tiny balconies. In those cases, it’s hard to use a drying rack, so they stretch a rope from one building to another. In this way, the buildings – and the people – are connected. Neapolitans often find ways to survive, and hanging laundry is proof of this.

“I found myself installing a blanket on a clothesline that belonged to a woman from Forcella, known in the neighborhood as la Romana. I was in Vico Nuovo Pace. She calmly invited me into her home. That alley is often called ‘the street of the prostitutes’, and it is lined with vasci – typical ground-floor homes. Thanks to this project, I was able to see what a real vascio looks like and also learn about the social and economic conditions in which la Romana and her partner live. I came into contact with a reality that is not mine – the lives of others – and it’s exactly from these moments of dialogue and exchange that the true meaning of my work comes out.

The project is still a work in progress, in collaboration with the artist Selene Cardia. It is open to everyone and aims to grow in other places, not only in Naples.

If you are interested in collaborating, feel free to contact me by email.