mostra personale, Galleria Capnapoliest, Napoli, 2025.

Archivio rurale. Un muro di terra” è un primo risultato della mia ricerca artistica e di dottorato. La mia ricerca si concentra sulle aree rurali del mondo, in particolare del Mezzogiorno, partendo dal mio territorio, Benevento. Analizzo le cause e gli effetti dello spopolamento nei luoghi considerati marginali e periferici, cercando anche di capire che ruolo può avere l’arte nei contesti popolari come forma di rigenerazione urbana, ma senza la presunzione di dover ridare valore a luoghi che di valore ne hanno già tanto. Questa mostra è la mia prima personale ed è anche una restituzione di quanto avvenuto a Pietraroja con il progetto “L’arte come riscatto sociale nei piccoli comuni” quando ho deciso di trasferirmi lì per conoscere il luogo in prima persona, studiando il territorio con un approccio immersivo antropologico/etnografico, con l’osservazione partecipante e collaborando a stretto contatto con la comunità locale, che ha dato un reale senso al mio lavoro. La mostra è multidisciplinare, composta da documentazione video, fotografica e installazioni artistiche. l’installazione principale è la riproduzione di un capannone agricolo, una struttura molto importante per la conservazione degli attrezzi agricoli, spesso abbandonati. La struttura agricola è stata costruita con lamiere di ferro recuperate da un vecchio capannone agricolo recentemente smantellato, inoltre ho realizzato 600 mattoni di terra per costruire le pareti laterali. La struttura è completamente accessibile.

L’installazione, fatta con mattoni di terra realizzati a mano da me, è la riproduzione di un capannone agricolo antico, una struttura importantissima per chi lavora la terra. All’interno c’è un’installazione audio dove si sentono tre racconti diversi di tre persone che hanno sempre lavorato nei campi e sono sopravvissute grazie alla terra. Si parla della trebbiatura, della coltivazione di tabacco e della transumanza, questi racconti sono accompagnati dai canti dell’Agonia, le parole che Gesù pronunciò prima di morire, che venivano eseguiti a Pietraroja (Bn) da un folto coro, una tradizione che purtroppo non viene più eseguita per mancanza di partecipanti. Nel capannone si legge su una lastra di marmo blu “Il blu delle montagne è il loro mare” perché, portando avanti la ricerca e stando sempre a contatto con contadini e pastori, emerge sempre il discorso del mare. Loro non conoscono il mare, non vanno al mare, ma il loro mare è il blu delle montagne in lontananza. Insomma, è un viaggio, un percorso che ti accompagna lungo questo mondo, un mondo che è alla base delle nostre radici ma un mondo sempre più industrializzato, capitalizzato, svenduto e mercificato. Ci sono anche dei filmati girati alcuni da me e alcuni dalla fotografa Maddalena Tartaro, montati da me in modo amatoriale, che raccontano ciò che è avvenuto a Pietraroja durante il progetto “L’arte come riscatto sociale nei piccoli comuni”: dalla realizzazione della bandiera durante il laboratorio artistico svolto con la comunità locale, in particolare grazie al matriarcato del paese, alle riprese e ai discorsi fatti con le varie aziende e vari pastori del posto. Loro hanno arricchito immensamente il mio bagaglio di conoscenze.







Archvio rurale
Solo exhibition, Capnapoliest Gallery, installation view,
Napoli, 2025.
This is my first solo exhibition, centered around my artistic research on the inner areas of the world, with a particular focus on Southern Italy. I wanted to explore and show what life is like in these rural places, using different media such as video, photography, and installation art.
In Southern Italy, many small villages are slowly dying. I try to understand why people are leaving these places, and what the future holds for them. Can art be a way to prevent their disappearance? This is the question at the heart of the exhibition. That’s why it is titled Rural Archives—an archive of
many rural places in Southern Italy. For the exhibition, I created a structure resembling a typical farm building—like a shed—that is often found in these areas but is usually abandoned. These buildings once had an important role: farmers used them to store tools and equipment for working the land. To build it, I made 600 bricks out of earth. Inside the structure, there is an audio installation featuring stories about agricultural work and traditional folk songs from local churches. The installation was built using earth bricks, and inside there is an audio installation featuring personal stories about rural life and traditional folk songs from the church (Agonia).
At the center of the structure, there is a blue marble with an inscription that reads: “The blue of the mountain is their sea.” When I spent time with farmers during my artistic research, they often told me they had never seen the sea. Living in the mountains, they rarely have the time or possibility to go there. So, I decided to symbolically connect their mountains to the sea—because if you look at the mountain horizon, it sometimes mirrors the
blue of the sea. Also featured in the gallery are two important videos I shot during my project in Pietraroja. One video documents the making of a flag, while the other captures various scenes with local shepherds.